Il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) è un elenco di codici utilizzati per la classificazione dei rifiuti all’interno dell’Unione Europea. Questa classificazione è stata stabilita dalla Direttiva 75/442/CEE e dalla Decisione della Commissione 2000/532/CE, che ha istituito un sistema armonizzato per la gestione e la codifica dei rifiuti.
Secondo la direttiva, un rifiuto è definito come “qualsiasi sostanza od oggetto che il detentore scarta o ha l’intenzione o l’obbligo di scartare“. La struttura del CER è organizzata in capitoli e sottocapitoli, ciascuno dei quali rappresenta una diversa categoria di rifiuti, permettendo così una gestione più efficiente e conforme alle normative ambientali.
Il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) rappresenta uno strumento fondamentale per la classificazione e la gestione dei rifiuti nell’Unione Europea. Il CER ha l’obiettivo di garantire una gestione efficiente e conforme alle normative ambientali.
I codici CER sono utilizzati da aziende e enti di gestione dei rifiuti per categorizzare i rifiuti raccolti, trasportati, e trattati in modo regolamentato, garantendo che ogni passaggio venga monitorato e tracciato. Questa pratica è fondamentale per evitare rischi ambientali e sanitari legati allo smaltimento inappropriato dei rifiuti
Professionisti del settore ambientale, aziende di vari settori e enti pubblici e privati possono trarre vantaggio da una comprensione approfondita del CER per migliorare la gestione dei rifiuti e ridurre l’impatto ambientale.
Che differenza c’è tra il codice EER e il codice CER?
I termini Codici CER e Codici EER si riferiscono allo stesso sistema di classificazione dei rifiuti ma con differenti denominazioni:
- Codici CER: Il termine CER sta per “Catalogo Europeo dei Rifiuti” (in italiano).
- Codici EER: Il termine EER sta per “European Waste Catalogue” (in inglese).
La differenza tra i due è semplicemente linguistica, derivante dall’uso dell’acronimo in diverse lingue dell’Unione Europea. Non vi è alcuna differenza nei codici stessi o nell’applicazione delle norme. Entrambi si riferiscono al medesimo sistema di classificazione istituito dalla Commissione Europea per l’identificazione e la gestione appropriata dei rifiuti.
Il Decreto Legge 77/2021, relativo alla governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha standardizzato la normativa nel nostro paese. Di conseguenza, in Italia si utilizza ora il codice EER, precedentemente noto come codice CER.
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Come è strutturato il codice CER?
La struttura dei codici CER è fondamentale per una corretta classificazione dei rifiuti. Ogni codice CER è composto da una sequenza numerica che identifica in modo univoco il tipo di rifiuto. Vediamo nel dettaglio la sua composizione:
Composizione Numerica
I codici CER sono strutturati in modo numerico secondo uno schema a sei cifre. Questo schema si suddivide in tre coppie di numeri suddivisi in 20 capitoli e suddivisi a loro volta in sottocapitoli:
- Capitolo: Le prime due cifre rappresentano il capitolo, che indica la fonte o il processo che genera il rifiuto (ad esempio, 01 per rifiuti derivanti dalla prospezione e dallo sfruttamento di giacimenti minerari).
- Sottocapitolo: Le seconde due cifre specificano ulteriormente la fonte all’interno del capitolo (ad esempio, 01 01 per rifiuti derivanti dall’estrazione di minerali metalliferi).
- Voce: Le ultime due cifre identificano il singolo tipo di rifiuto all’interno del sottocapitolo (ad esempio, 01 01 01 per rifiuti da taglio e segagione di pietre).
Categorie Principali
I rifiuti sono suddivisi in 20 categorie principali (capitoli), che coprono tutte le possibili fonti di produzione dei rifiuti. Queste categorie spaziano dai rifiuti da processi urbani a quelli industriali, chimici, agricoli e oltre. La corretta identificazione della categoria è cruciale per la gestione dei rifiuti e per rispettare le regolamentazioni vigenti.
Con una comprensione chiara della struttura e della composizione dei codici CER, le aziende e i professionisti del settore possono assicurarsi che i rifiuti siano gestiti in modo efficiente e conforme agli standard europei.
Di seguito le categorie principali:
Codice | Descrizione |
01.00.00 | Rifiuti derivanti dalla prospezione, estrazione, da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico di minerali |
02.00.00 | Rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti |
03.00.00 | Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli, mobili, polpa, carta e cartone |
04.00.00 | Rifiuti della lavorazione di pelli e pelliccie, nonché dell’industria tessile |
05.00.00 | Rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone |
06.00.00 | Rifiuti da processi chimici inorganici |
07.00.00 | Rifiuti dei processi chimici organici |
08.00.00 | Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa |
09.00.00 | Rifiuti dell’industria fotografica |
10.00.00 | Rifiuti prodotti da processi termici |
11.00.00 | Rifiuti prodotti dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di metalli ed altri materiali; idrometallurgia non ferrosa |
12.00.00 | Rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica |
13.00.00 | Oli esauriti e residui di combustibili liquidi (tranne oli commestibili ed oli di cui ai capitoli 05.00.00, 12.00.00 e 19.00.00) |
14.00.00 | Solventi organici, refrigeranti e propellenti di scarto (tranne 07.00.00 e 08.00.00) |
15.00.00 | Rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti) |
16.00.00 | Rifiuti non specificati altrimenti nell’elenco |
17.00.00 | Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) |
18.00.00 | Rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione non direttamente provenienti da trattamento terapeutico) |
19.00.00 | Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell’acqua e dalla sua preparazione per uso |
20.00.00 | Rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni) inclusi i rifiuti della raccolta differenziata |
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Quali sono i codici CER pericolosi?
Nel Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), una distinzione fondamentale è quella tra rifiuti pericolosi e non pericolosi.
I rifiuti classificati come pericolosi possiedono proprietà che possono rappresentare un rischio significativo per la salute umana o per l’ambiente, come ad esempio tossicità, infiammabilità, corrosività e reattività. Questi rifiuti sono identificati con un asterisco (*) accanto al loro codice CER. Ogni codice con asterisco corrisponde a una delle 15 classi di pericolo (“HP” da HP1 a HP15), che illustrano le specifiche caratteristiche di rischio, come ad esempio esplosivo, infiammabile, cancerogeno, ecotossico ecc.
Esempi di rifiuti pericolosi includono batterie, accumulatori, vernici, oli esausti e scarti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che contengono componenti pericolose. Questi ultimi possono contenere metalli pesanti, mercurio, schiume isolanti e gas, richiedendo una gestione particolarmente attenta per prevenire danni ambientali e sanitari.
Codice HP | Descrizione |
HP 1 | Esplosivo |
HP 2 | Comburente |
HP 3 | Infiammabile |
HP 4 | Irritante – Irritazione cutanea e lesioni oculari |
HP 5 | Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/ Tossicità in caso di respirazione |
HP 6 | Tossicità acuta |
HP 7 | Cancerogeno |
HP 8 | Corrosivo |
HP 9 | Infettivo |
HP 10 | Tossico per la riproduzione |
HP 11 | Mutageno |
HP 12 | Liberazione di gas a tossicità acuta |
HP 13 | Sensibilizzante |
HP 14 | Ecotossico |
HP 15 | Rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo citate, ma può manifestarla successivamente. |
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Codici CER per rifiuti non pericolosi
I rifiuti non pericolosi sono caratterizzati dall’assenza di sostanze nocive e non presentano l’asterisco nel codice CER. Ciò nonostante, la legge impone al produttore di tali rifiuti di rispettare una serie di normative riguardanti la loro gestione, recupero o smaltimento.
La classificazione dei rifiuti, infatti, non si basa unicamente sulla loro pericolosità, ma anche sulla loro origine. In questo contesto, si distinguono i rifiuti urbani dai rifiuti speciali. I rifiuti non pericolosi possono appartenere sia alla categoria urbana che a quella speciale. Un esempio di rifiuti urbani non pericolosi sono quelli derivanti dalla manutenzione del verde pubblico.
D’altra parte, la categoria dei rifiuti speciali non pericolosi include diversi tipi di rifiuti, come ad esempio quelli industriali o i rottami metallici.
Un’altra categoria significativa è quella dei rifiuti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), che possono essere classificati come pericolosi o non pericolosi. Di seguito, vedremo i codici CER specifici dei rifiuti non pericolosi.
Quali sono i codici CER RAEE?
Rifiuti tecnologici, noti come RAEE, derivano da dispositivi elettrici ed elettronici non più in uso, come computer, telefoni, stampanti, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione. Questa categoria di rifiuti necessita di una gestione specializzata per garantire il corretto smaltimento e il recupero delle risorse, prevenendo impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana. Per tale motivo, i RAEE sono regolamentati da normative specifiche che disciplinano la loro raccolta e trattamento.
I codici CER per i RAEE professionali sono fondamentali per il corretto smaltimento dei rifiuti elettrici dismessi da aziende, enti e associazioni quando diventano obsoleti o si rompono. Le apparecchiature non pericolose come computer, stampanti, telefoni e server sono classificate nel capitolo 16 (“Rifiuti non specificati nel catalogo”), sottocategoria 20 e tipologia 14, con il codice CER 162014.
Tuttavia alcuni dispositivi d’ufficio contengono materiali pericolosi come piombo, rame, ottone, bronzo, zinco e altri metalli pesanti, comuni nelle componenti elettroniche: in questi casi, il codice CER appropriato è 16.02.13*. Questa categoria include PC portatili, monitor, toner, batterie, condizionatori e sorgenti luminose che contengono elementi nocivi, come le lampade a vapori di sodio ad alta pressione e le lampade ad alogenuri metallici. Anche frigoriferi e minibar aziendali contengono sostanze potenzialmente dannose e devono essere smaltiti separatamente dai RAEE non pericolosi, con un codice CER distinto.
La pericolosità dei RAEE si manifesta quando vi sono perdite di sostanze pericolose. Per questo motivo, tali rifiuti vengono trattati in impianti specializzati e autorizzati per rimuovere tutte le componenti pericolose, tra cui condensatori contenenti PCB, gas dannosi per l’ozono, componenti a mercurio, batterie e toner. Questo processo facilita il recupero e il riutilizzo dei materiali nei nuovi cicli produttivi.
I RAEE possono essere inclusi nel capitolo 20 (“Rifiuti urbani”) se non classificati nelle categorie precedenti, utilizzando il codice CER 20.01.36.
A cosa serve il codice CER?
Il codice CER, acronimo di “Catalogo Europeo dei Rifiuti,” è uno strumento fondamentale per la classificazione e la gestione dei rifiuti in ambito europeo.
Serve principalmente a identificare e categorizzare i rifiuti in base alla loro origine, composizione e pericolosità, facilitando così una gestione efficiente e sicura. Utilizzando una codifica standardizzata, il codice CER permette una comunicazione chiara e uniforme tra produttori, gestori, trasportatori e autorità di regolamentazione. Questo assicura non solo una tracciabilità accurata durante tutte le fasi di gestione del rifiuto, ma anche la conformità alle normative vigenti, contribuendo alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Il codice CER è indispensabile per la documentazione ufficiale, come il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR), e viene utilizzato come riferimento normativo per molte leggi ambientali, garantendo un trattamento appropriato e sicuro dei rifiuti.
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Chi individua il codice CER?
L’attribuzione del codice CER/EER a un rifiuto è un compito che generalmente spetta al produttore del rifiuto, ossia l’azienda o l’ente che genera il rifiuto durante la propria attività produttiva o di servizio. Il produttore deve valutare correttamente la natura e la composizione del rifiuto per assegnare il codice appropriato.
Procedura di assegnazione dei codici CER
- Identificazione della Fonte: Si parte dall’attività che ha generato il rifiuto. Il codice CER/EER viene scelto in base al capitolo più pertinente nel Catalogo Europeo dei Rifiuti.
- Valutazione delle Caratteristiche: Si deve valutare se il rifiuto possiede caratteristiche pericolose in base alla normativa vigente in materia di gestione dei rifiuti.
- Scelta del Codice Adeguato: Una volta raccolte le informazioni necessarie, si seleziona il codice CER/EER più adatto al tipo di rifiuto.
Supporto Tecnico
In molti casi, il produttore è supportato da consulenti ambientali o da aziende specializzate nella gestione dei rifiuti per assicurare che la classificazione sia corretta e conforme alle normative. In alcune situazioni, è possibile richiedere chiarimenti o indicazioni specifiche anche agli enti competenti come le autorità locali per la gestione ambientale.
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La Normativa di Riferimento
Per comprendere appieno l’importanza del Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), è essenziale analizzare le principali normative di riferimento:
Direttiva 75/442/CEE
La Direttiva 75/442/CEE del Consiglio, relativa ai rifiuti, è uno dei pilastri normativi del sistema di gestione dei rifiuti in Europa. Questa direttiva stabilisce:
- I principi generali della gestione dei rifiuti, tra cui riduzione, riutilizzo, riciclaggio e smaltimento sicuro.
- I criteri per la classificazione dei rifiuti, che sono fondamentali per l’applicazione dei codici CER..
Decisione 2014/955/UE
La Decisione 2014/955/UE della Commissione Europea aggiorna e integra la lista dei codici CER, al fine di riflettere le nuove esigenze e le pratiche emergenti nella gestione dei rifiuti. Questa decisione:
- Adatta la classificazione dei rifiuti ai progressi tecnici e scientifici.
- Modifica i codici CER per includere nuovi tipi di rifiuti e fornire maggiore chiarezza sulle categorie esistenti.
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Importanza della Classificazione dei Rifiuti
L’importanza del Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) non può essere sottovalutata, poiché fornisce una base essenziale per la corretta gestione dei rifiuti in conformità con le normative europee. Una chiara comprensione della catalogazione dei rifiuti e dei codici CER è fondamentale per le aziende e i professionisti del settore ambientale, aiutandoli a garantire la conformità legale e a minimizzare gli impatti ambientali negativi.
La classificazione dei rifiuti utilizzando i codici CER è cruciale per:
- Gestione corretta dei rifiuti: Identificare correttamente i rifiuti garantisce che vengano trattati secondo le migliori pratiche e in conformità con le normative vigenti.
- Implicazioni ambientali e legali: Una classificazione inadeguata può portare a gravi conseguenze legali e danni ambientali, causando sanzioni e costi elevati per le aziende.
Attribuire un codice CER errato può comportare un trattamento e smaltimento inadeguato dei rifiuti. Se un rifiuto pericoloso non viene identificato correttamente, può comportare severe sanzioni, anche penali. Vista la complessità della normativa, è fondamentale per le aziende adottare strumenti affidabili e competenti nella gestione dei rifiuti, come WinWaste.
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